Dopo una passeggiata in motorino ecco la sosta in riva al mare al momento del tramonto. Giocando con la messa a fuoco si esalta il profilo della coppia ritagliato sullo sfondo naturale, mentre in primo piano si sfaldano i contorni del motorino e dei caschi. (Maria Antonietta Spadaro)

Le forti masse architettoniche, esaltate da una luce abbagliante, diventano schermo su cui si proietta la sagoma scura di una figura, ingigantita dalla prospettiva dal basso, si crea così una esperienza visiva da projection mapping. (Maria Antonietta Spadaro)

Il nero profondo di un volto, svelato da un improvviso lampo di luce che intercetta soltanto lo sguardo, diventa ritratto artistico di pregevole esito linguistico. Gli occhi della ragazza penetrano in quelli dell’osservatore in un messaggio di umanità condivisa. (Rita Cedrini)

Gli occhi penetranti e profondi di una bimba, a cui è stata negata l’infanzia, si impongono a un mondo lontano, che se pur consapevole delle disuguaglianze, rimane nel suo egoistico benessere. La fotografia è un J’accuse di grande forza emotiva. (Rita Cedrini)

In questa immagine viene esaltato il rapporto cromatico tra architettura e ambiente realizzando quinte asimmetriche di una scenografia nella quale il paesaggio, attore e mattatore, sovrasta l'esistenza umana ormai fragile a cospetto della potenza degli elementi. (Francesco Piazza)

Uno scatto dell'attesa e della pazienza alla ricerca del momento in cui figure, movimento, luce si fondono dinamicamente nel colore, come in una congiunzione astrale e costruiscono una scena irripetibile e unica. (Francesco Piazza)

L’ovale del viso, gravato a destra da una verticale, voluminosa capigliatura, non si arrende al diafano sommarsi degli azzurri, concavi, volumi del copricapo. L’essenza permane. (Girolamo Cusimano)

Anatomia di un istante. La porta, fissata a destra dell’immagine, è statica. Ma è il centro della scena immortalata, con il ragazzo stupito, a rivelare l’emozione che prende anche l’osservatore esterno: ammirazione. (Girolamo Cusimano)

Una fotografia estremamente semplice, in cui però la centralità e compostezza della donna che guarda dritto davanti a sé testimonia un desiderio di elevazione spirituale. Il contrasto con l’ambiente povero rende il soggetto, più che statico, simile a un monumento di serena determinazione. (Anna Fici)

La fotografia, realizzata in Nepal, oltre a presentarsi come estremamente rispettosa dell’atmosfera, dei colori e della luce insite nella situazione, si distingue per l’intensità colta nell’espressione del padre. Questi tiene in braccio il proprio bambino e sembra lanciare al fotografo e, tramite lui, a tutti noi, uno sguardo franco e fiero che non lascia spazio a facili pietismi per una condizione di vita che, per quanto disagiata rispetto ai parametri occidentali, ha una dignità altissima. (Anna Fici)

"Kabul" di Mauro Vincenzi si pone, proprio per la sua icastica forza espressiva, quale momento espressionistico d’immagine, di ritratto, a servizio d’una realtà inquieta e inquietante, in cui violenza e necessità di sopravvivenza dipendono dall’incisiva energia d’uno sguardo.

"Valore eminentemente pittorico del paesaggio urbano, soprattutto potenziato dal gusto di un dripping che ne avvalora riflessi e tangenze emotive, e inoltre tagli suggestivi capaci di ri-creare l’immagine della città colta dalla pioggia. (Prof. Aldo Gerbino)"

"La complessa scenografia gioca sugli incastri geometrici di tavole e panche. Cromaticamente risponde ad un evento cui allude il titolo nell’allegra atmosfera cromatica e nel gioco dei personaggi saltellanti. (Prof. Piero Longo)"

"I personaggi che si specchiano rimandano ai pensieri di una coscienza scenica che l’ambiente “camerino d’artista” evoca anche sul piano creativo ed illuministico. (Prof. Piero Longo)"

"Con "Verso la libertà" la connotazione naturalistica, centrata nel simbolo ornitologico, appare aperta al flusso del pigmento reso, nel gioco di luce, morbido e temperato, e, sul piano simbolico, attento sia alle proporzioni che alla resa cromatica. (prof. Aldo Gerbino)"

"Con "Salina dello Stagnone" si privilegia sia la dimensione paesaggistica sia quella naturale, in quell’area dello spazio metafisico privato di ogni ridondanza, reso, nei contrasti armonici del colore, fruibile quanto godibile, solare quanto misurato. (prof. Aldo Gerbino)"

"Pittoricamente l’immagine, attraverso un dosaggio raffinato del colore, propone l’idea del viaggio e del limite, in un mondo segnatamente orientale nel quale la sensibilità occidentale sa innestarsi, come motivo di riflessione, sulla realtà contemporanea. (prof. Piero Longo)"

"Immagine che esalta la figura femminile nella quale l’espressività di un volto riesce a coinvolgere il fruitore e lascia spazio ad un’ idea di libertà, attraverso una composizione luministica aperta all’immaginazione. (prof. Piero Longo)"

"Brio e gesto comunicativo in questi “Legàmi” che leggono il manipolo di celenterati oscillanti in un fondo marino acceso, come d’uso in chroma key con i suoi ‘effetti di Keying’, corpi in movimento colti dall’azione cinematica e dalla trasparenza. Restituendo il senso del ‘touch’ Paolo Bartolone mescola gusto biologico e linguaggio pubblicitario. (prof. Aldo Gerbino)"

"Fresca rappresentazione di un realismo narrativo questo “Fuori dal Tempo” di Daniele Franceschini, il quale, attraverso una geometria schietta dello scorcio, ben calibrato tra elemento architettonico e naturalistico, leziosamente narrante sul piano dei riflessi, consegna un’immagine chiara e allo stesso tempo carica di personale lirismo. (prof. Aldo Gerbino)"

"L’attesa di un evento annunciato dalla plumbea nube e dalla pacata atmosfericità del colore, si concretizza nella grande panchina dove siedono gli ignari spettatori. L’immagine è una interrogazione sul futuro della riva rappresentata. (prof. Piero Longo)"

"Per l’intensità cromatica di una inquadratura nella quale il gioco delle bambine sembra dar vita ad una quinta di casermone contemporaneo che, alla maniera di Gaudì, tenta di rendere accettabile i destini di coloro che forse sono prigionieri dentro gli spazi delle finestre assemblate. (prof. Piero Longo)"

"La scena agreste intessuta da Enrico Hoffmann non acquista significato solo per il valore antropologico, tutt’altro, ma si snoda in una ironica e complessa azione di corpi e adornamenti di gusto plastico e vividi di luce e materia poetica. (prof. Aldo Gerbino)"

"Le icone della finis s’intrecciano in un geometrismo mobile, accusatorio e, allo stesso tempo, attraverso il deposito floreale, ad un’azione di speranza a favore di chi guarda e che dovrebbe anche operare contro ogni violenza. (prof. Aldo Gerbino)"

"Il tema del rapporto solitario e vivificante con la natura impone alla Cangelosi una trattazione limpida e solare, operata nel taglio semplice, ma, proprio per questo, ricco di interrogazioni. (prof. Aldo Gerbino)"

"Una valenza monocromatica restituisce, nel lavoro di Romano, la evocazione attiva del colore, del pigmento più nascosto in una valenza metafisica e lineare, viva di un rapporto emotivo e pur distante da facili letture. (prof. Aldo Gerbino)"

"Femminilità nasce da un’ idea psichedelica ed espressionistica, dove il colore rifiuta ogni naturalismo, per trasformarsi in un artificioso straordinario che addita un mondo nuovo in emergenza. Rosso e viola, più il nero di fondo, alludono a presenze e lontananze al sorgere e declinare della vita. (prof. Aurelio Pes)"

"Tre donne in riva al mare, di varia età, trasfondono il proprio corpo nella immensità dell’acqua, dei gorghi e della luce, quasi non cercando più differenza tra se stesse ed il liquido marino che rafforza una idea di maternità in cui individui si annullano per coesistere con l’intero universo. (prof. Aurelio Pes)"

"Fotogramma dalle mille possibili interpretazioni. Semplice gioco di colori? Punti di approdo per improbabili naufraghi? Affascinante luogo di incontri amorosi? Punto di partenza per viaggi al di là dei limiti conosciuti? Suvvia: diamo sfogo alla nostra fantasia… (prof. Maria Scaglione)"

“Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio…tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco.” (Alessandro Baricco)

"Acqua, terra, aria… tre elementi essenziali alla vita, perfettamente colti in un’immagine in cui l’uomo non domina ma si fonde in essi esaltandone la forza. (prof. Maria Scaglione)"

"L’immagine sintetizza con acuta precisione stereotipi di fama mondiale: degrado, passività, scarso senso civico, strafottenza... Che bello essere consapevoli che non solo questo è Sicilia! (prof. Maria Scaglione)"

"Fragili ma tenaci frammenti di materia cui aggrapparsi per far continuare a vivere una speranza che non ha età”. (prof. Maria Scaglione)

“La gioia straripante dei colori rompe la staticità dei luoghi e la rassegnata attesa dell’uomo: non si può fissare, se non per un breve istante, l’arcobaleno!”. (prof. Maria Scaglione)

“La perfetta messa a fuoco esalta l’armonico fluire delle striature di colore con le quali un anonimo e indefinito artista sembra avere voluto riempire gli spazi” (prof. Maria Scaglione)

“Emblema del delicato e precario equilibrio con il quale si attraversa l’esistenza: decisione e passione possono far volare alto” (prof. Maria Scaglione)

"Nel rosso prepotente, nel bianco appena accennato, nel timido filo azzurro che lega e intreccia, c’è tutta la fatica la speranza l’attesa di chi va per mare”. (prof. Maria Scaglione)

“La fantasia dell’uomo non ha limiti: per rendere viva ed espressiva l’informe materia basta così poco …!” (prof. Maria Scaglione)

“Quando la natura supera ogni immaginario pittorico, l’artista riesce a impressionare l’attimo”. (prof. Maria Scaglione)

“L’accostamento casuale di alcuni elementi catturati dall’obiettivo suggerisce un sottile gioco di allusioni, lasciando all’osservatore libertà interpretativa”. (prof. Maria Scaglione)

L’autore viene premiato per aver saputo cogliere un “attimo particolare” in relazione alla coincidenza dei soggetti ed alle gestualità. (prof. Maria Scaglione)